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LUTERANE, CHIESE
Organismi confessionali sorti dalla predicazione di M. Lutero (1483-1546). Essa originò un moto riformatore dall'alto, secondo gli interessi dei principi e dei ceti che lo promossero. Tale processo portò alla costituzione di una serie di Chiese territoriali scarsamente coordinate fra loro, vincolate solo dall'adesione alla Confessione augustana (1530) e dalla comune adozione dei testi dottrinali e liturgici composti da Lutero, ai quali si aggiunse il Libro di concordia (1580), raccolta sottoscritta da 51 principi, 35 città e oltre 8000 teologi, conclusa dalla celebre Formula del 1577, che pose fine, confermando la linea sostenuta dai discepoli di Melantone, alla violenta polemica sollevata dai luterani ortodossi sulla giustificazione, l'eucaristia e l'osservanza delle pratiche religiose. Entro il 1524 la riforma fu introdotta nella Sassonia dall'elettore Federico il Saggio e nell'Assia dal langravio Filippo; nel 1525 il gran maestro Alberto di Hohenzollern secolarizzò la Prussia dei cavalieri teutonici facendone un principato luterano ereditario; fra 1532 e 1539 passarono al campo luterano i principati di Württemberg, Anhalt, Pomerania, Mecklemburgo e Brandeburgo, mentre in Livonia la riforma fu imposta dall'arcivescovo di Riga. In Germania, dove alla dieta di Augusta (1555) i quattro quinti della popolazione risultavano sotto principi luterani secondo la norma cuius regio eius religio, le Chiese vennero riorganizzate in comunità dirette da pastori nominati dall'autorità secolare in qualità di "vescovi d'emergenza", che si avvalevano per il governo delle ex diocesi di "sovrintendenti" (traduzione del greco epíscopoi, vescovi). Compito del clero, secondo le Istruzioni ai visitatori (1528) di Melantone, era predicare la Parola, celebrare il battesimo e la cena e mantenere la disciplina nella parrocchia, dove il concistoro aveva funzioni di controllo. In Danimarca, Norvegia e Islanda, unite sotto la stessa corona, il luteranesimo venne dichiarato religione di stato nel 1536 da Cristiano III. Fra 1523 e 1531 il luteranesimo fu introdotto in Svezia per decisione del nuovo re Gustavo Vasa, che vi mantenne la successione episcopale, e solo nel 1539 fu adottata la confessione di Augusta. In Francia, Spagna, Italia, Inghilterra, Polonia il luteranesimo suscitò correnti di idee e gruppi di adepti ma non riuscì a dar vita a Chiese territoriali, mentre nei Paesi bassi e in Ungheria le Chiese riformate, inizialmente luterane, passarono al calvinismo verso la metà del XVI secolo, quando la diffusione del luteranesimo venne ovunque bloccata dall'irrigidirsi dei fronti confessionali, dal ritrovato dinamismo missionario della Controriforma e dalla maggiore incisività in tale contesto del calvinismo. Nei secoli successivi sembrò prevalere nelle Chiese luterane la stasi dottrinale e una tendenza alla burocratizzazione nella dipendenza dal principe assoluto. Contro tale temperie insorse alla fine del Seicento il pietismo, che favorì la costituzione, per esempio in Prussia e in Norvegia, di "Chiese libere" minoritarie accanto alle Chiese di stato. Da tali gruppi trasse ispirazione nel corso del XIX secolo il movimento di risveglio religioso, detto "neoluteranesimo", che in opposizione alla Chiesa ufficiale secolarizzata rifiutò l'esegesi razionalistica della Bibbia e le interpretazioni idealistiche della teologia cristiana proprie del protestantesimo liberale. Nel XIX secolo il luteranesimo trovò anche lo slancio, che in passato era sempre mancato, per intraprendere l'opera di evangelizzazione missionaria nei continenti extraeuropei, a opera delle molteplici sette tuttora rappresentate in America. Le Chiese luterane, che contavano negli anni settanta del Novecento fra i 70 e gli 80 milioni di fedeli (40 in Germania, 20 in Scandinavia, 9 in Nordamerica e 2 in Asia), erano collegate fra loro dalla Federazione luterana mondiale e partecipavano al Consiglio mondiale delle Chiese.

M. Pellegrini



R. Garcia-Villoslada, Radici storiche del luteranesimo, Brescia 1979; J. Lortz, La Riforma in Germania, Jaca Book, Milano 1979-1981; La Confessione augustana del 1530, a c. di G. Tourn, Claudiana, Torino 1980.
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